Lettera agli Amici di Deir Mar Musa 2016
Lettera agli Amici di Deir Mar Musa 2016
Misericordia io voglio e non sacrificio!” (Os 6:6; Mt 9:13)
Con queste parole, il Vescovo di Roma, Francesco ha iniziato il suo discorso in occasione della Quaresima 2016, dicendo: «Nella bolla d’indizione del Giubileo ho rivolto l’invito affinché la Quaresima di quest’anno giubilare sia vissuta più intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia di Dio» (Misericordiae Vultus, 17)». Egli ha aggiunto che «La misericordia di Dio è infatti un annuncio al mondo: ma di tale annuncio ogni cristiano è chiamato a fare esperienza in prima persona.».
Il successore di Pietro inizia nella sua persona a portare a noi credenti e anche ai non credenti la buona notizia della misericordia; una misericordia che egli ha sperimentato attraverso la sua relazione con Dio e i cui frutti si vedono chiaramente nella sua umiltà naturale e nel suo amore e cura delle pecore del suo gregge. Non vi è dubbio che le manifestazioni della misericordia del Misericordioso sono innumerevoli ma noi, come credenti, figli e figlie di Dio, troviamo nella natività di Gesù Cristo Salvatore, la sorgente di misericordia e di speranza in mezzo a noi, Dio è l’Emanuele! Dio con noi.
Questo Natale è il segno della misericordia divina che è venuta come una buona notizia di Dio per tutti noi esseri umani e che è compiuta quando Egli ha mandato suo Figlio che è morto e risorto per salvarci e riportarci al seno paterno. A coloro che ci chiedono come riusciamo a toccare la misericordia di Dio, soprattutto in questi giorni difficili, rispondiamo: attraverso l'esperienza della misericordia che Dio ha posto nei cuori delle persone vicine e lontane che sentono la nostra sofferenza e sono solidali con noi attraverso le loro preghiere, l'accoglienza dei rifugiati provenienti dal nostro paese, e fornendo generosamente assistenza a loro, a noi e alle nostre famiglie.
Il punto di riferimento, quindi, è la nostra esperienza personale con Dio che ci ha toccati personalmente per la sua misericordia e amore. Si tratta di una esperienza unica e speciale che deriva, soprattutto, dal fatto che ognuno di noi è unico agli occhi di Dio che ci ha creati a sua immagine e somiglianza; Egli ha messo in tutti noi la sua impronta che ci da la possibilità di scegliere un fondamento spirituale solido per la nostra vita in ogni suo aspetto. Per noi cristiani, questo fondamento è la persona di Gesù nel suo comportamento e nel suo amore assoluto per tutti gli esseri umani. L’amore è il motore principale della nostra vita soprattutto nella sua dimensione spirituale. Più ci prendiamo cura di questo fondamento, più esso si riflette nella nostra vita e nelle vite di coloro che ci circondano. Esso si manifesta sui nostri volti in modo da poter trasmettere agli altri la buona notizia che Dio è misericordioso: le persone la ricevono quando le accogliamo benevolmente nella nostra vita, prestiamo attenzione alle loro esigenze e cerchiamo di comprenderle. Il nostro dovere e ruolo risiedono nell’approfondire la nostra relazione con Dio come risposta al suo amore gratuito per noi e ciò attraverso il nostro impegno, la nostra apertura e il consegnarci alla sua volontà nella nostra vita.
Il Pastore della Chiesa universale continua dicendo che è per questo che, «nel tempo della Quaresima invierò i Missionari della Misericordia perché siano per tutti un segno concreto della vicinanza e del perdono di Dio». Il Papa ci esorta ad essere quegli apostoli che sono stati inviati da Dio per far sentire al popolo il suo amore e la sua vicinanza attraverso le opere di misericordia e la reciproca sopportazione degli errori e delle debolezze. Dobbiamo chiedere al Signore la grazia della trasformazione, una grazia che rinnova la nostra esistenza e perfeziona le nostre personalità per diventare sempre più umani, più sensibili e solidali con i più poveri e bisognosi. Questa è la grazia dello Spirito Santo che alimenta la nostra vita e crea e rinnova in noi i suoi insegnamenti e così ci rende persone nuove che hanno la visione e i sentimenti di Cristo. Questo richiede un continuo esame di coscienza per essere sicuri di vivere e agire come vuole il Signore, con un cuore nuovo che comprenda gli altri e si concentri su di loro e non su noi stessi. Sicuramente, ci vuole collaborazione e impegno per lasciarci trasformare dal Signore da uno stato ad un altro e da una maturazione spirituale ad un’altra per arrivare alla piena maturità di Cristo, e per preparare per lui un posto adatto nei nostri cuori affinché nasca, cresca e cambi il sapore della vita attorno a noi.
Preghiamo e vi invitiamo a pregare con noi per il Sinodo pan-ortodosso, che ha avuto inizio la scorsa estate ed è il primo sinodo ortodosso dal quarto secolo. Preghiamo affinché lo Spirito Santo illumini i padri sinodali e i partecipanti per il bene della Chiesa e del mondo. Ringraziamo anche il Signore per l'iniziativa profetica da parte di Papa Francesco nei confronti delle chiese luterane durante la sua visita in Svezia lo scorso trenta ottobre. È un passo importante e potente sulla strada per unire i cuori e unificare il corpo di Cristo e la sua sposa, la Chiesa. Chiediamo a ogni coscienza e a ogni cuore e a tutte le persone di buona volontà di pregare con noi per l'unità e l'armonia in ogni comunità e tra tutte le comunità della famiglia umana.
LA COMUNITÀ
Questo anno il Signore ci ha benedetto con una grazia speciale di una autentica dimensione ecclesiale che ha lasciato nei nostri cuori un segno spirituale profondo. Il 3 maggio scorso, alcuni monaci e tutte le monache della comunità sono stati ricevuti, in udienza privata in Vaticano, da Papa Francesco; il tempo previsto era di circa 15 minuti ma il Papa è arrivato in anticipo di un quarto d'ora ed è rimasto con noi circa un’ora. Egli ha ascoltato ciascuno di noi con amore e attenzione, ha espresso la sua solidarietà alle vittime e agli afflitti a causa di una guerra la cui violenza è aumentata e sostenuta dal commercio delle armi. Le nostre armi, ci ha detto, sono la preghiera, l'umiltà, il perdono, la riconciliazione e l’offerta di sé. Il Papa ci ha colpito quando ci ha detto: «La vostra testimonianza mi umilia perché io sono qui al sicuro mentre voi date la vostra testimonianza sotto il pericolo», e ci ha incoraggiato nella nostra missione, elogiando l'impegno della comunità in Siria, nonostante la difficile situazione. Ci ha raccomandato di pregare incessantemente, dicendo: «Vi incoraggio a perdere il vostro tempo in preghiera». Questa visita ci ha toccato per l' umiltà di questo uomo: non ci ha fatto sentire nessuna differenza né distanza tra di noi ma ci ha espresso il suo profondo amore per i siriani e per la Siria che lui sempre chiama l’ «amata Siria».
Vogliamo esprimere il nostro profondo ringraziamento ai religiosi e le religiose della confraternita di Gerusalemme e al Centro Studi Donati della città di Pistoia, per aver candidato la nostra comunità al premio Giorgio la Pira per la pace. Questo riconoscimento è stato motivato dal nostro impegno e dalla nostra fede nel dialogo tra le diverse religioni, soprattutto tra il Cristianesimo e l’Islam, per il bene di tutti gli uomini e dall'impegno umanitario di aiuto alla popolazione vittima della guerra. Non ricordiamo questo premio per orgoglio o per vantarci, perché chi si vanta, si vanti nel Signore (Cfr. II Cor 10: 17). Questo premio non vuol dire che siamo degli “eroi” ma mostra che ciò che facciamo significa molto per le altre persone e quindi vale la pena farlo altrove: è il nostro dovere che deriva principalmente dalla nostra umanità e dal nostro battesimo. Il battezzato non ha il diritto di riposarsi mentre suo fratello, qualsiasi uomo, soffre. Nel vangelo, infatti, leggiamo “Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.» (Luca 17: 10). Questo premio non è solo per noi ma per la Siria ferita, per tutti i siriani che si sono impegnati nell’aiuto ai bisognosi e agli sfollati, per tutti quelli che sono stati in questa crisi messaggeri di pace e fautori di bene. Condividiamo questo premio con i Gesuiti, con la Caritas, con tutti i parroci e gli uomini e le donne consacrati di tutte le confessioni cristiane. Lo condividiamo con tutte le fondazioni e le associazioni di beneficenza cristiane e musulmane che collaborano nel lavoro umanitario. Non possiamo fare a meno di ricordare qui tutti i nostri amici, in tutto il mondo, che ci sostengono con le loro preghiere, le loro donazioni e con il loro impegno per il bene comune e la pace. Ricordiamo in particolare le associazioni degli Amici di Deir Mar Musa in Italia, Francia, Svizzera e tutte le istituzioni ecclesiastiche e civili che ci aiutano e ci sostengono. A voi il nostro ringraziamento e il nostro amore.
Questa lunga guerra ci ha completamente stancato e trasformato. Questo è evidente nella nostra vita quotidiana: i rapporti umani sono sempre più difficili, non riusciamo a sopportarci facilmente gli uni e gli atri, perfino le relazioni più profonde sono minacciate perché la pazienza è al limite e la stanchezza e la preoccupazione sono predominanti. Dobbiamo intensificare le nostre preghiere per ottenere da Dio la grazia della pazienza e dell’apertura così da preservare i nostri cuori vuoti dalla violenza e renderli immuni dall’odio e dalle reazioni superficiali non costruttive; cuori orientati all’intercessione verso Dio affinché allontani dal nostro Paese questa nuvola nera e ci dia anni pieni di bene, di speranza e di benedizione. Chiediamo che ci sia donato un Natale che rinnovi la nostra relazione con Lui, con noi stessi e con gli altri, offrendo le nostre fatiche e i nostri sforzi affinché regni la pace nel nostro paese e nel mondo.
DEIR MAR MUSA – Nebek- Siria
Dall'inizio della scorsa estate, incoraggiati dalla sicurezza e dalla relativa calma tornata nella regione intorno al monastero, le persone, in famiglie o in piccoli gruppi, hanno ricominciato, ogni tanto, a farci visita. Queste visite sono motivo di grande gioia e consolazione per noi.
Sua Eccellenza, il vescovo Mar Teofilo Philip Barakat, nostro caro amico, è venuto da noi per la festa di San Mosé, patrono del monastero, accompagnato da alcuni sacerdoti e diaconi della diocesi e molti dei nostri amici in Nebek. Questa è stata la prima visita dopo la sua ordinazione episcopale, lo scorso maggio, per l’Eparchia siro-cattolica di Homs, Hama e Nebek e territori dipendenti. Durante questa visita abbiamo celebrato l'Eucaristia poi abbiamo pranzato tutti assieme: è stata una bella festa! Il ritorno dei nostri visitatori, dopo tanto tempo è un grande segno di speranza, un piccolo ritorno alla normalità. Pertanto cerchiamo di essere sempre pronti ad accogliere i visitatori che vengono al monastero alla ricerca di un rifugio dove poter godere di un po’ di riposo, tranquillità e pace.
Sempre in concomitanza della festa di san Mosé, la parrocchia siro cattolica di Nebek ha ricevuto il suo nuovo parroco: Padre Said Massouh, un sacerdote giovane e entusiasta: siamo lieti di collaborare con lui nelle attività della parrocchia, sia per i bambini che per gli adulti e per gli aiuti ai parrocchiani.
Nel corso dell'ultimo anno abbiamo cercato di concentrare le nostre attività sui giovani e i bambini perché sono il nostro futuro. Per questo abbiamo cercato di sostenere alcuni progetti che garantiscono posti di lavoro per alcuni giovani in modo che possano vivere dignitosamente e abbandonare così l'idea dell’immigrazione.
Contemporaneamente, ad alcuni giovani studenti, abbiamo cercato di garantire la possibilità di studiare, sia all'interno del paese che all'estero; alcuni ragazzi hanno ottenuto grazie all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, borse di studio per frequentare i corsi: è indispensabile elevare il livello culturale per prepararci ad un futuro di pace.
Abbiamo potuto portare a termine i lavori di alcune abitazioni per le giovani famiglie, un progetto che abbiamo iniziato già nel 2008. Quest'estate tre coppie si sono potute sposare ed avere una casa tutta per loro.
E' stato completato un quarto edificio, insieme ad un vasto spazio sotterraneo e un grande serbatoio di acqua, grazie al sostegno di vari donatori privati ma in modo particolare grazie al sostegno di alcune organizzazioni cristiane europee. Riteniamo che questo progetto abitativo sia molto importante per far sì che i nostri giovani restino in Siria invece di fuggire dal Paese. Ci sarebbe ora la possibilità di acquistare una vecchia casa abbandonata per costruire al suo posto una palazzina con alcuni appartamenti da affittare a prezzi molto contenuti a giovani coppie a basso reddito. Alcuni appartamenti potranno anche essere dati a famiglie molto povere con bambini. L’affitto di queste case sarà simbolico.
Per quanto riguarda i bambini: con un gruppo di giovani universitari, che in questa maniera hanno potuto anche lavorare e ricevere un compenso, abbiamo organizzato in parrocchia alcuni programmi culturali e di divertimento, e un “campo” della durata di cinque giorni all'inizio dell'estate. Il campo includeva lezioni di musica, di disegno e di sport, con lo scopo di scoprire i “giovani” talenti. Abbiamo comprato degli strumenti musicali per un gran numero di bambini per poter proseguire le lezioni di musica impartite da insegnanti specializzati durante tutto l'anno. Ci auguriamo che queste attività aiuteranno i ragazzi a combattere il clima di dolore e violenza nel quale sono vissuti in questi anni di guerra. Il primo risultato di questa attività è stato un concerto, durante la festa di Mar Musa a Nebek, alla presenza del vescovo.
La comunità si è anche adoperata per ottenere un finanziamento da due ONG italiane per l'acquisto di un gruppo elettrogeno per l'ospedale di Nebek. L'arrivo di questo gruppo elettrogeno consente adesso all'ospedale di essere completamente operativo anche durante i numerosi momenti di black out. Questo intervento da parte della comunità a favore della popolazione di Nebek è stato molto apprezzato ed ha consolidato le buone relazioni tra cristiani e musulmani della regione.
Grazie all'aiuto di alcune organizzazioni italiane (progetto ancora da completare) è stato possibile restaurare e riaprire l'asilo diocesano di Nebek che era fortemente danneggiato e in uno stato di grave degrado ed abbandono. I bambini hanno ricominciato a frequentare l'asilo a settembre, e la comunità di Nebek ha avuto un grande beneficio per questo intervento. Sono stati ricreati così anche dei posti di lavoro.
Naturalmente tutto questo è stato fatto continuando a provvedere ai bisogni primari della nostra gente in Nebek: carburante, materiale didattico, assistenza sanitaria, medicine e contributi per le terapie (in particolare trattamento per i tumori) e per gli interventi chirurgici. Lo stesso aiuto viene offerto alle famiglie profughe di Qaryatyan che vivono, per adesso, a Zaidal e Fairuze. Per queste famiglie si aggiungono altri aiuti come alimenti per i bambini e l’affitto delle case. L'aiuto si rivolge indistintamente a famiglie cristiane e musulmane, cominciando dalle più povere. Non siamo capaci a coprire tutti i costi ma cerchiamo sempre di non rimandare i poveri a mani vuote. In questo collaboriamo con la diocesi, i Padri Gesuiti e la Caritas. E tuttavia la gran parte di questi progetti è portata avanti grazie al sostegno di varie fondazioni e organizzazioni cristiane europee.
Desideriamo ricordare il grande sostegno morale datoci dalla diocesi siro cattolica sotto la guida del nostro caro vescovo Philip Barakat, della sua disponibilità ed aiuto per facilitare i nostri progetti. In questo campo i Padri Gesuiti nel Medio Oriente sono i nostri partner e i nostri fratelli maggiori che colgono ogni occasione per aiutarci e sostenerci, ovviamente con il MAGIS in Italia e la Jesuitenmission in Germania.
In questi giorni con l'avvicinarsi dell'inverno abbiamo deciso di dedicare il tempo del pomeriggio per la lettura spirituale personale. Due pomeriggi della settimana saranno dedicati all'approfondimento della nostra vocazione monastica partendo da una o più regole della nostra Comunità.
Cerchiamo di trovare una forma adatta a ricevere al meglio i nostri cari ospiti dopo questo lungo periodo di assenza, manteniamo al monastero il clima di silenzio e di preghiera. Siamo consapevoli del fatto che qui tutti sono stanchi ed esausti ma nella nostra accoglienza vogliamo tenere viva l’essenza della nostra vocazione e prestare attenzione ai bisogni dei nostri ospiti che si trovano, spesso, in uno stato psicologico difficile, ci concentriamo, quindi, su ciò che è essenziale per la nostra vita e per il loro bene. Le porte dei nostri cuori e del nostro monastero saranno, se Dio vuole, sempre aperte e ci affidiamo alle vostre preghiere perché la nostra vocazione sia vissuta con onestà e generosità.
Lavoriamo costantemente nel vivaio situato nella valle ai piedi al monastero; questo pezzetto di terra ci dona verdura e frutta per tutta l’estate e le olive per fare il nostro olio. La nostra preoccupazione principale è quella di mantenere le piante esistenti e gli alberi per i quali abbiamo faticato da tre decenni.
Abbiamo finito il nuovo garage, che è diventato sufficiente per custodire oltre l'auto, le attrezzature agricole.
Continuiamo, pazientemente, il restauro e la manutenzione di ciò che è necessario nel monastero e dintorni, incluso il restauro del soffitto della Biblioteca poiché c’era tanta umidità a causa delle infiltrazioni provenienti dal serbatoio adiacente; per questo motivo abbiamo trasferito i libri delle due aule principali e della sala di lettura “Remo Orseri” a Nebek. Qui abbiamo adibito, con l'aiuto di una associazione culturale italiana, una delle case restaurate a biblioteca. Quest'anno vogliamo creare un passaggio per il flusso dell’acqua tra garage e il vivaio del monastero. Vogliamo anche riparare la teleferica manuale e livellare e mettere in sicurezza la piazzola sulla montagna dove arriva la strada e parte la teleferica, in modo che diventi accessibile al trattore o ad altri mezzi senza pericolo. Desideriamo ringraziare il Signore per il gruppo dei nostri collaboratori, cristiani e musulmani, che hanno voluto impegnarsi con noi nonostante tutte le difficoltà mostrando in continuazione la loro fedeltà e il loro amore per il monastero e per la comunità. Tutto quello che riguarda la vita quotidiana del Monastero va avanti grazie alle donazioni di tantissimi amici nel mondo e per quanto riguarda l’agricoltura grazie al sostegno di una organizzazione cristiana europea.
DEIR MAR ELIAN- Qaryatyan- Siria
Il monastero è andato quasi completamente in rovina nel corso dell'ultimo anno. Dopo che i militanti dell’ISIS hanno distrutto il monastero antico e la tomba di Mar Elian, i successivi combattimenti nella zona hanno completato la distruzione. Il monastero è in stato di abbandono, la chiesa e le stanze sono bruciate e distrutte… Anche la chiesa parrocchiale del paese con annessa canonica sono bruciate e danneggiate in molte delle loro parti. La gente comincia a tornare a Qaryatyan dopo l’uscita dell’ISIS ma la presenza è ancora limitata. Nel mese di settembre, sono tornate 200 famiglie e alcuni hanno avevano detto che il numero sarebbe aumentato fino a 700 famiglie con l'apertura delle scuole. Tra queste, solo una famiglia cristiana è tornata. Sembra che i cristiani abbiano ancora paura perché non sanno quello che sarà il futuro della regione. La stragrande maggioranza dei cristiani vive nei due villaggi e Fairuze e Zaidal accanto a Homs. La nostra comunità è impegnata a prestare aiuto a questi profughi interni, che hanno bisogno di tutto.
Per quanto riguarda il monastero di Mar Elian, ci stiamo sforzando di portare avanti il progetto agricolo per salvare il salvabile: irrigare gli ulivi che sono ancora per lo più vivi, e le viti molte delle quali sono morte, purtroppo tutti gli alberi da frutto sono tutti seccati. Sfortunatamente, non abbiamo trovato nessuno che è disposto ad aiutarci in questo lavoro per paura di operare in quella zona.
DEIR MARYAM AL -ADHRA- Sulaymaniah – Kurdistan Iracheno
Il monastero è tornato ad una relativa calma dopo il trasferimento delle famiglie sfollate in case prefabbricate. Il monastero ha, infatti, creato due villaggi caravan accanto alla chiesa per garantire una maggiore autonomia e privacy ad ogni famiglia. Il monastero si riempie, comunque, ogni giorno di bambini e adulti provenienti anche da varie parti della città, per partecipare ai corsi che vengono organizzati nei suoi spazi. Corsi di inglese e attività varie per i bambini, corsi di lingua curda obbligatori per i bambini e facoltativi per gli adulti, corso di cucito per donne cristiane e musulmane, corso di teatro...Tra gli insegnanti ci sono alcuni profughi ospitati nei villaggi caravan ed anche volontari curdi e stranieri. C’è una insegnate che viene regolarmente dall’estero per formare e seguire i professori di lingua. Si aggiungono attività culturali che danno spazio all'incontro. Abbiamo appena iniziato a costruire, con un finanziamento europeo, un'edificio adiacente alla chiesa destinato all'abitazione delle monache e all'accoglienza delle ospiti femminili. Stiamo cercando di realizzare la biblioteca, lo spazio è adesso disponibile, ma servono i libri.
Siamo riconoscenti a tutte le organizzazioni cristiane e laiche europee che ci sostengono in questa missione in Iraq, senza dimenticare la preoccupazione paterna di Sua Ecc.za Mons. Youssef Toma il Vescovo Caldeo di Sulaymanyya.
La situazione è comunque incerta, perché ci aspettiamo l'arrivo di altri profughi provenienti dalle zone dell'Iraq interessate al conflitto in corso (Mosul etc.) Facciamo del nostro meglio per mettere al centro della nostra vita e delle nostre attività la nostra vocazione al dialogo e proviamo, accanto al lavoro umanitario e all’aiuto ai rifugiati, a migliorare i rapporti con l’ambiente musulmano che ci circonda.
MONASTERO DI SS. SALVATORE - CORI - ITALIA
La vita ordinaria va avanti nel nostro nascente monastero a Cori seguendo il ritmo degli studi universitari e in base al numero di monaci e monache che vi si trovano, a seconda del periodo dell'anno. Vari ospiti, singolarmente, vengono qui durante l'anno per trascorrere alcuni giorni di pace, di preghiera e di condivisione della vita monastica. Abbiamo avuto la gioia di accogliere qui a Maggio i voti perpetui di Sr. Friederike, questo evento è stato anche l'occasione per organizzare un incontro con i nostri amici delle associazioni francese e svizzera degli amici di Mar Musa: il monastero non è mai stato così pieno! Abbiamo organizzato con successo alla fine dell’estate una settimana di preghiera e di vita comunitaria che abbiamo chiamato Porte aperte nello “Spirito di Mar Musa”. Ringraziamo il Signore per questo successo che aumenta anno dopo l’altro. È stata organizzata anche una giornata di preghiera partecipata da cristiani e musulmani in commemorazione della "gente della grotta" o "i sette dormienti di Efeso". Questa giornata è stata un’occasione per condividere e riflettere sul mistero Resurrezione, e pregare per il risveglio di molti di coloro che si sono addormentati nel buio delle grotte. Continuiamo gli appuntamenti di approfondimento nella conoscenza biblica una volta al mese in collaborazione con la nostra siriana amica consacrata Mariana che s’impegna fedelmente a svolgere questo servizio per la nostra comunità e per un numero di amici. Desideriamo che questo monastero diventi sempre più un luogo di riferimento per tutta la Comunità e i suoi amici in Europa.
La necessità di accogliere sempre più ospiti provenienti da ogni parte del mondo che adesso, e purtroppo, per alcuni anni ancora difficilmente si potranno recare a Mar Musa, e di avere un luogo di incontro aperto al dialogo inter-religioso, ci hanno convinto a cercare di allargare gli spazi abitativi del monastero, con l'eventuale acquisto di una casa vicino a San Salvatore, ci stiamo quindi attivando in tal senso con l'aiuto delle Associazioni degli Amici di Deir Mar Musa. Stiamo portando avanti con alcuni amici di Cori e di Roma il progetto di ristrutturazione interna della chiesa del monastero: dopo il lavoro di ristrutturazione e di consolidamento delle fondamenta e delle pareti esterne e del rifacimento del soffitto, nel 2002, la chiesa è rimasta inutilizzabile a causa della mancata attuazione della ristrutturazione interna: la pavimentazione è inesistente, non c’è nessuna illuminazione ne' riscaldamento, le pareti e gli spazi interni necessitano un urgente intervento di restauro per custodire il patrimonio culturale e artistico con gli affreschi del del XVI e del XVII secolo, ecc ... Con l’aiuto di alcuni amici di Cori è stato restaurato di uno dei quadri dipinti su tela che è ora conservato nella piccola cappella della comunità, ricavata da una camera della casa. Ringraziamo Dio per l’amicizia del Vescovo di Latina Mons. Mariano Crociata e per il suo sostegno e interesse paterno nella comunità. Egli ha incoraggiato il restauro e si è impegnato con noi per contribuire a questo progetto. Il Vescovo ci ha chiarito che questo suo interesse proviene da una ragione ecclesiale e cioè la presenza della comunità che vive nel monastero e la possibilità della rinascita del centro della città, che si svuota lentamente; sempre per questo motivo approva la nostra scelta di allagare gli spazi per l'accoglienza del monastero in modo che possa portare avanti la sua vocazione all'ospitalità e all'incontro.
I MEMBRI DELLA COMUNITÀ:
Suor Houda svolge il suo compito impegnativo di superiora della comunità monastica e gioca questo suo ruolo in modo delicato da lasciar spazio alla crescita e alla libertà di tutti noi. Lei sovrintende, al meglio delle sue capacità, a tutto e si preoccupa di tutti; segue anche con pazienza, assistita da alcuni membri della comunità, i progetti umanitari in cui siamo impegnati dall’inizio della guerra. Ascolta tutte le persone che vengono a chiedere un aiuto o vogliono semplicemente condividere con lei le loro preoccupazioni, specialmente le donne della città di Nebek.
Fratel Yagop (Jacques), dopo essere miracolosamente salvato dalle mani dell’ISIS, grazie a Dio e per intercessione della Vergine Maria, rende la sua testimonianza partecipando a numerosi incontri sia in Italia che all'estero.
La sua testimonianza di fede e di amore dà sostegno spirituale a molti dei nostri amici. Yagop ha trascorso un periodo nel nostro monastero di Sulaymaniah con Fratel Jens e Suor Friederike e li ha assistiti nel servizio sacerdotale prendendo cura della “parrocchia del monastero” composta da Caldei e Siro cattolici sfollati da Mosul e dalla pianura di Ninive. L'esperienza di sofferenza e di grazia vissuta dal nostro fratello costituisce un punto di forza e una benedizione per tutti i membri della comunità. Jacques è uscito dalla sua prigione con un cuore aperto al perdono, più aperto e solidale con il mondo musulmano ferito a causa dell’estremismo e in realtà prima vittima di quest'ultimo. Grazie all’amicizia con i musulmani di Qaryatyan Jacques è riuscito a ritornare sano salvo e dopo di lui quasi tutti i cristiani rapiti. Mentre lodiamo il Signore per la salvezza del nostro fratello non perdiamo la speranza e continuiamo a pregare per il nostro maestro spirituale e il nostro fondatore p. Paolo, per i due vescovi e i due sacerdoti rapiti e per tutti gli scomparsi per i quali le famiglie non sanno nulla .
Fratel Jens assume con pazienza e impegno considerevole la responsabilità dell’amministrazione del monastero in Sulaymaniyah, ha dimostrato una notevole maturità e accrescimento spirituale nella sua vita monastica, accanto ad una grande capacità nell'affrontare le emergenze umanitarie. Fratel Jens ha lavorato duramente per organizzare l'accoglienza degli sfollati ed ha saggiamente e giustamente insistito sulla necessità di sviluppare l'insegnamento della lingua curda ai bambini in modo che essi si possano integrare nella società se non dovranno emigrare con i loro genitori. Egli presta anche servizio per la chiesa locale in diversi modi, tra cui la celebrazione della S. Messa in lingua inglese per la comunità anglofona che lavora in città (indiani, filippini e europei). Ha instaurato degli ottimi rapporti con le istituzioni locali.
Fratel Botros a Deir Mar Musa si occupa dell'accoglienza degli ospiti, porta avanti la produzione del formaggio e la coltivazione delle piante che hanno assunto un posto speciale nella sua vita monastica. E' un bravo cuoco e la cura delle galline ci permette di arricchire con uova fritte la colazione domenicale. Si impegna costantemente nello studio delle letture. Tutti i fratelli e le sorelle di Botros sono partiti in diversi paesi del mondo eccetto la mamma e una sorella che sono attualmente in Libano in attesa di visto per l'espatrio.
Fratel Jihad continua il suo percorso di studio e di ricerca scientifica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma: sta attualmente scrivendo la sua tesi di dottorato in teologia biblica specificamente sul patrimonio arabo cristiano. Inoltre aiuta a organizzare i progetti del Comunità quando è in Siria, e si impegna, in Italia, nella sistemazione del monastero di San Salvatore e nell'accoglienza degli ospiti; partecipa spesso ad incontri per parlare dell'esperienza della Comunità e dell'impegno e dell'importanza del dialogo inter-religioso.
Suor Deema aiuta a preparare i report riguardanti il lavoro amministrativo e i progetti svolti dal monastero a Nebek. Anche lei, a Mar Musa, da il suo contributo in cucina, esperta nella preparazione di alcuni piatti speciali. Ha partecipato, durante il suo soggiorno in Italia, ad alcuni incontri e convegni, tra i quali un workshop - della durata di un mese - sui cristiani orientali e il dialogo inter-religioso organizzato dall’università di Munster in Germania. Deema ha anche partecipato alla settimana a Cori di “Porte aperte”. Continua a scrivere il suo diario monastico.
Fratel Yause è diventato esperto nell'arte di fare candele. Le produce per la nostra Chiesa e per altre chiese e alcune abbazie nella nostra regione. Questa attività ha fatto nascere nuove amicizie ed è stata una fonte di creatività. Partecipa, naturalmente, ai lavori quotidiani del monastero.
Suor Carol gestisce stabilmente il nostro monastero a Cori, dove vive in questo periodo per insegnare l'arabo presso il Pontificio Istituto di Studi Arabi e Islamistica a Roma. Si preoccupa dell'organizzazione della casa e dell'accoglienza di gruppi e singoli. Ha cominciato anche, con l'aiuto di Dio, un dottorato in studi islamici presso lo stesso istituto. Carol partecipa a diversi incontri riguardanti la vocazione della comunità e ha fatto diversi interventi e conferenze in convegni organizzati da alcune università pontificie come la Gregoriana e l’Urbaniana sul dialogo islamo-cristiano in questo anno di Misericordia. Ella collabora con la vita parrocchiale di Santa Maria: visita ogni domenica gli anziani per portar loro la comunione ed è la guida spirituale della comunità capi Scout locale.
Suor Friederike ha incoronato il suo noviziato offrendosi pienamente al Signore con i voti monastici perpetui il 5 maggio 2016 nel monastero di San Salvatore. Il vescovo S.E. Mariano Crociata ha celebrato l’eucaristia alla presenza di quasi tutta la Comunità monastica, della madre di Suor Friederike, dei suoi parenti e di molti amici provenienti da diverse parti del mondo. Il periodo che ha preceduto i voti è stato un’occasione di condivisione comunitaria. Oltre all’incontro con il Papa due giorni prima dei voti, i membri della comunità presenti allora (Houda, Jacques, Jens, Jihad, Deema, Carol e Friederike) hanno trascorso dei momenti importanti di condivisione dopo tanti anni di distanza gli uni dagli altri. Pensiamo di organizzare un incontro monastico regolare ogni due o tre anni per tutti i membri della comunità della durata di due settimane per discutere i vari aspetti della nostra vita e della nostra vocazione e per condividere le gioie e le fatiche della missione. Friederike è attualmente impegnata con Jens a Sulaymaniah dove, oltre collaborare alla gestione ordinaria del monastero, organizza delle attività speciali in un laboratorio teatrale per giovani e bambini musulmani e cristiani del quartiere.
Il novizio Nabil Hawil ha passato con noi tre anni cercando la volontà di Dio nella sua vita ed è stato profondamente impegnato nella vita della preghiera e del lavoro manuale. Dopo un periodo di discernimento ha deciso, però, di lasciare la comunità e di partire con la sua famiglia in Australia. Noi lo portiamo nelle nostre preghiere e gli auguriamo tutto il bene e il successo. Con lui ricordiamo qui tutti gli uomini e le donne passati dal monastero specialmente quelli che hanno voluto provare la vita monastica e poi hanno continuato il loro impegno in altre comunità o hanno seguito una diversa vocazione in famiglia o nell’impegno umanitario in tutte le sue dimensioni. Noi preghiamo sempre per loro e per il loro futuro e ringraziamo Dio per tutti e per ognuno e per tutto il bene che hanno dato alla comunità.
Il fratello e amico Yousef Bali vive con noi da dieci anni ed è diventato uno delle persone più vicine e speciali non solo per i membri della comunità ma anche per le nostre famiglie e per molti dei nostri amici in Siria e all'estero. Lui ci aiuta nei lavori quotidiani del monastero, partecipa alla vita di preghiera e aggiunge agli incontri della comunità gentilezza e umorismo.
AUGURI E SALUTI
Care amiche e cari amici, vi ringraziamo per il vostro impegno con noi in tutti questi anni, grazie di aver partecipato al nostro sogno di un mondo migliore e di aver lavorato, ciascuno nel suo specifico, per la riconciliazione, la giustizia e l'uguaglianza tra gli uomini. Vi ringraziamo per le vostre preghiere e la vostra solidarietà con la Siria e con il nostro popolo sofferente. Vi chiediamo di continuare a sostenerci perché senza di voi non siamo in grado di aiutare i bisognosi o di continuare i nostri progetti e le nostre attività. Il bello in tutto questo consiste nella generosità di tanti che non siamo in grado di ringraziare abbastanza. Vi portiamo sempre nelle nostre preghiere insieme alle vostre famiglie e ai vostri morti. Ancora una volta, desideriamo chiedere scusa a tutti i donatori che non abbiamo potuto ringraziare personalmente, sia perché a volte abbiamo problemi di comunicazione, sia perché alcune donazioni ci giungono senza l'indirizzo e, a volte, senza il nome del donatore. Vi chiediamo di informarci via email ogni volta che ci mandate un aiuto indicando anche il conto bancario o postale al quale avete mandato la vostra donazione così che possiamo confermarvi la ricezione e ringraziarvi. Qualsiasi somma, anche piccola, è preziosa e nasconde dietro tanto amore.
Cari fratelli e sorelle, non ci arrendiamo alla paura o l'odio e non giustifichiamo la logica della necessità e della divisione. Continueremo ad amare il nemico e ad aiutare il povero. Continueremo nella speranza e nell’ottimismo a lavorare per la pace. Continueremo così come eravamo, come abbiamo cominciato e come siamo stati chiamati ad essere: amare il mondo musulmano e i musulmani. Proseguiamo il cammino con coloro che lo desiderano, dai musulmani ai discepoli Gesù di Nazaret, a tutti gli esseri umani, verso la fraternità universale e la pace nella giustizia… Insieme, la mano nella mano verso Oriente… Avanti!
Buon Natale
La Comunità Monastica di Mar Musa
Come ci potete aiutare
Potete gentilmente utilizzare una delle possibilità indicate qui di seguito, e secondo le vostre intenzioni senza menzionare la Siria nell’oggetto altrimenti il trasferimento può essere bloccato.
1)
Attraverso il MAGIS www.magisitalia.it per usufruire di deduzioni e detrazioni fiscali.
Indispensabile indicare nella causale: "Mar Musa”
e per donazione specifiche per il monastero di San Salvatore, “ Mar Musa/San Salvatore”
CONTO CORRENTE POSTALE
n. 909010, intestato a MAGIS Movimento e Azione Gesuiti Italiani per lo Sviluppo
Via degli Astalli, 16 – 00186 Roma
CONTO CORRENTE BANCARIO
intestato a Magis – Movimento e Azione Gesuiti Italiani per lo Sviluppo
Via degli Astalli, 16 – 00186 Roma
Banca Prossima per le Imprese Sociali e Comunità
Piazza della Libertà, 13 – 00192 Roma
Iban: IT25 D033 5901 6001 0000 0130 785
Swift: BCITITMX
Le donazioni sono fiscalmente detraibili, solo se il versamento conto corrente postale, bonifico bancario, assegno o carta di credito. (Non sono detraibili le donazioni effettuate in contanti). Per beneficiarne è necessario conservare la ricevuta del bollettino postale, la contabile bancaria per i versamenti effettuati con bonifico, copia dell'assegno o copia dell'estratto conto per i versamenti effettuati con Rid e carta di credito.
2)
Attraverso l’Associazione Amici di Deir Mar Musa - Italia
CONTO CORRENTE BANCARIO
intestato a AMICI DI DEIR MAR MUSA
Via delle Colonne 14
04010 CORI (LT)
Banca : BPER, dipendenza 0178 Roma succ.N.
IBAN : IT62F0538703212000001908336
BIC : BPMOIT22 XXX
Per donazione specifiche per il monastero di San Salvatore, indicare nell’oggetto “ San Salvatore”, per comunicazioni particolari legate alle donazioni, scrivere a:
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